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Reskilling nelle PMI: come affrontare la sfida delle competenze

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Le PMI (Piccole e Medie Imprese), che rappresentano una parte fondamentale dell’economia italiana, si confrontano spesso con la difficoltà di attrarre talenti specializzati, la mancanza di tempo da dedicare alla formazione e budget ristretti. Nonostante queste difficoltà, molte PMI hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento, implementando soluzioni creative per colmare il divario di competenze e abbracciare le nuove tecnologie. Questa situazione ha generato un fenomeno interessante: un reskilling silenzioso, un processo di aggiornamento delle competenze che avviene spesso lontano dai riflettori, con strategie innovative e adattate alle specifiche esigenze di ogni azienda.

Reskilling significa riqualificare, ossia insegnare ai dipendenti competenze nuove che permettano loro di svolgere un ruolo diverso in azienda. Upskilling significa invece fornire ai dipendenti le competenze di cui hanno bisogno per fare meglio il lavoro che già fanno, migliorando la produttività e l’efficienza.

Uno degli elementi chiave di questo reskilling silenzioso è la collaborazione con enti di formazione locali. Molte PMI stringono partnership con scuole, università e centri di formazione professionale per offrire ai propri dipendenti corsi specifici e programmi di aggiornamento. Questi corsi sono spesso progettati su misura per le esigenze dell’azienda, garantendo che le competenze acquisite siano immediatamente applicabili al lavoro quotidiano.

Un’altra strategia diffusa è l’utilizzo di piattaforme di eLearning low-cost. Queste piattaforme offrono un’ampia gamma di corsi online a prezzi accessibili, permettendo ai dipendenti di formarsi in modo autonomo e flessibile. L’eLearning si rivela particolarmente utile per le PMI che operano in aree geografiche remote o che hanno dipendenti con orari di lavoro irregolari.

Reskilling delle PMI: le strategie

Il reskilling delle PMI non riguarda solo l’acquisizione di nuove competenze tecniche. Spesso, è necessario anche un cambiamento di mentalità, un’apertura all’innovazione e alla sperimentazione. Le PMI che hanno avuto successo nel reskilling hanno saputo creare una cultura aziendale che valorizza l’apprendimento continuo e incoraggia i dipendenti a mettersi in gioco e ad affrontare nuove sfide.

Le strategie di reskilling si possono concretizzare in diversi modi.

  • Corsi di formazione specifici: organizzati internamente o in collaborazione con enti esterni, focalizzati sull’acquisizione di competenze tecniche specifiche. Ad esempio, un’azienda metalmeccanica potrebbe offrire ai propri dipendenti un corso di programmazione cnc o di utilizzo di software di progettazione 3d.
  • Programmi di mentorship: dipendenti esperti affiancano i colleghi meno esperti, trasferendo loro conoscenze e competenze. Questo approccio è particolarmente efficace per l’apprendimento di competenze pratiche e per la trasmissione della cultura aziendale.
  • Rotazione del personale: i dipendenti vengono spostati temporaneamente in diverse aree aziendali, acquisendo una visione più ampia dell’azienda e sviluppando nuove competenze. Tale approccio favorisce la collaborazione tra i diversi reparti e stimola l’innovazione.
  • Partecipazione a conferenze e workshop: i dipendenti vengono inviati a eventi di settore per aggiornarsi sulle ultime tendenze e tecnologie. Si tratta di un approccio utile per mantenere l’azienda al passo con i tempi e per stimolare la creatività dei dipendenti.
  • Piattaforme di eLearning: accesso a corsi online e materiali didattici per l’apprendimento autonomo. Queste piattaforme offrono un’ampia varietà di corsi su diversi argomenti, permettendo ai dipendenti di scegliere i percorsi più adatti alle proprie esigenze.

L’importanza del Fondo Nuove Competenze

Il Fondo Nuove Competenze si configura come uno strumento cruciale per sostenere il reskilling e l’upskilling dei lavoratori italiani. Questa iniziativa, promossa dal governo e finanziata con risorse europee, offre alle aziende la possibilità di ottenere un sostegno economico per la formazione dei propri dipendenti.

Il fondo è aperto a tutte le aziende private che abbiano sottoscritto accordi collettivi per la rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati alla formazione dei dipendenti. Le aziende che aderiscono al fondo possono ottenere il rimborso dei costi del personale per le ore dedicate alla formazione, con un’agevolazione del 100% dei contributi previdenziali e assistenziali.

Questo strumento si rivela particolarmente prezioso per le PMI, che spesso non hanno le risorse finanziarie per investire nella formazione dei propri dipendenti. Grazie al Fondo Nuove Competenze, le PMI possono aggiornare le competenze dei propri lavoratori senza gravare eccessivamente sul bilancio aziendale.

L’accesso al fondo è relativamente semplice, ma richiede una preparazione accurata. Le aziende interessate devono presentare un progetto formativo che illustri le competenze che si intendono sviluppare e le modalità di erogazione della formazione. Il progetto deve essere approvato dal fondo, che valuta la sua coerenza con gli obiettivi del programma e la sua efficacia potenziale.

Verso un futuro del lavoro basato sulla formazione continua

In conclusione, il reskilling e l’upskilling rappresentano leve strategiche per le PMI italiane che intendono affrontare con successo la trasformazione digitale. Le sfide sono molteplici, ma le opportunità sono ancora maggiori. Collaborare con enti di formazione, sfruttare le piattaforme eLearning low-cost e aderire a iniziative come il Fondo Nuove Competenze sono passi fondamentali per costruire un futuro del lavoro basato sulla competenza continua. In quest’ottica, emerge l’importanza di un approccio proattivo alla formazione, che non sia visto come un costo, bensì come un investimento nel futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori. La capacità di adattarsi ai cambiamenti, di acquisire nuove competenze e di reinventarsi continuamente sarà la chiave per il successo nel mercato del lavoro del futuro.
In definitiva, la questione del reskilling e dell’upskilling nelle PMI italiane non è solo una questione di tecnologia o di finanziamenti. È soprattutto una questione di cultura aziendale, di mentalità e di volontà di investire nel capitale umano. Le aziende che sapranno cogliere questa sfida e trasformarla in un’opportunità saranno quelle che avranno successo nel mercato del lavoro del futuro.

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