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Dal gap digitale al potenziale: come colmare le lacune di competenze nelle organizzazioni

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Nel contesto odierno, attraversato da trasformazioni digitali pervasive e accelerazioni tecnologiche continue, la capacità di colmare il gap di competenze digitali rappresenta un fattore critico per la competitività e la resilienza delle organizzazioni. Il gap digitale non si riduce a una carenza tecnica: riflette una distanza tra l’evoluzione delle tecnologie e lo sviluppo delle persone. La vera sfida è sistemica: serve un approccio strategico che coinvolga cultura, processi, leadership e strumenti. Colmare il gap digitale non è solo una sfida tecnica, ma culturale e strategica. Le organizzazioni devono investire per ridurre il divario e costruire così un futuro sostenibile e competitivo.

Cosa si intende per gap di competenze digitali

Prima di intraprendere qualsiasi percorso di sviluppo è fondamentale comprendere con chiarezza cosa si intenda per gap di competenze digitali e quali siano le sue implicazioni all’interno delle organizzazioni moderne.

Il gap digitale si manifesta nella distanza tra le competenze attualmente possedute da lavoratori e manager e quelle necessarie per sfruttare appieno le tecnologie disponibili e comprendere le loro implicazioni nel proprio ambito lavorativo. Come descritto nel report “Competenze e professionalità in un panorama sempre più digitale” degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, non riguarda solo abilità tecniche ma anche digital mindset, capacità trasversali e propensione all’apprendimento continuo.

Rientrano nel gap i seguenti aspetti:

  • Digital literacy di base: uso consapevole di strumenti digitali, sicurezza online.
  • Capacità di utilizzare strumenti digitali avanzati: come CRM (Customer Relationship Management, Business Intelligence, software in cloud, automazione.
  • Soft skill digitali: collaborazione a distanza, leadership ibrida, pensiero critico, adattabilità.
  • Competenze strategiche: uso dei dati, progettualità digitale, visione di sistema.

Le conseguenze strategiche del gap digitale

La presenza di un divario tra competenze richieste e competenze disponibili genera impatti rilevanti sul piano organizzativo, strategico e operativo. Vediamo le principali conseguenze di un gap digitale non affrontato, secondo quanto emerso nel report “Employability e digital skill: le iniziative per garantire impiegabilità e sviluppare professionalità sempre più digitali” degli Osservatori Digital Innovation.

  • Rallentamento dell’innovazione. Le tecnologie abilitanti restano sottoutilizzate. Senza competenze adeguate, le aziende non riescono a trasformare il potenziale digitale in valore reale.
  • Turnover e difficoltà di retention. La mancanza di opportunità di crescita digitale spinge i talenti ad andarsene. Il rischio è perdere le figure più promettenti.
  • Recruiting inefficace. Le imprese faticano a trovare candidati con skill aggiornate, specie nei ruoli emergenti. Il disallineamento tra domanda e offerta è ancora elevato.

Nel 2023, il 45% dei 5,5 milioni di posizioni vacanti in Italia era di difficile reperimento (Fonte: Anpal e Unioncamere). Secondo l’Osservatorio HR Innovation Practice, le cause principali sono la carenza di skill tecniche (57%) e soft (36%), nonché la mancata corrispondenza tra aspettative aziendali e dei lavoratori.

Le digital skill più richieste oggi

Il mercato del lavoro richiede oggi una combinazione di competenze tecniche, trasversali e cognitive. Di seguito, le digital skill che risultano più strategiche per affrontare il presente e prepararsi al futuro, come evidenziato nel Future of Jobs Report del World Economic Forum e e nei report degli Osservatori Digital Innovation.

Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, il 50% dei lavoratori dovrà aggiornare le proprie competenze entro il 2025. Le skill più richieste includono AI, analisi dati e cybersecurity.

  • Data literacy e analytics: saper leggere, interpretare e usare i dati per decisioni operative e strategiche.
  • Cybersecurity e gestione dei rischi digitali: protezione dei dati, uso consapevole delle piattaforme, prevenzione degli attacchi.
  • Programmazione e automazione: conoscenze base su linguaggi di sviluppo e strumenti di automazione di task ripetitivi.
  • Digital Marketing: capacità di operare in ambienti omnicanale, usare strumenti SEO/SEM, campagne sui social.
  • AI e Machine Learning: comprensione delle logiche di base e interazione con strumenti di intelligenza artificiale.
  • Competenze trasversali digitali: capacità relazionali e manageriali adattate a contesti digitali e ibridi.

Affrontare il gap digitale: assessment delle competenze

Valutare correttamente il livello delle competenze digitali è il primo passo per pianificare percorsi efficaci di formazione e far fronte così al gap digitale. La mappatura iniziale delle competenze è cruciale per impostare piani di sviluppo realistici.

Tra gli strumenti più utilizzati:

  • Framework strutturati (es. DigComp): consentono di valutare le competenze in modo oggettivo e comparabile.
  • Self-assessment e survey: coinvolgono i dipendenti in un’analisi delle proprie capacità e delle aree da sviluppare.
  • Dashboard integrate: permettono di monitorare i gap e pianificare la formazione in modo dinamico e strategico.

Upskilling e reskilling: strategie operative per il gap digitale

Per colmare il gap di competenze digitali, le organizzazioni devono attivare strategie mirate di aggiornamento e riqualificazione professionale. Come mostrato nel report “Le nuove sfide della formazione: dal reskilling alla valorizzazione delle competenze nascoste” degli Osservatori Digital Innovation, è utile differenziare gli approcci.

Upskilling

Aggiornamento delle competenze esistenti, ad esempio imparare a usare nuovi strumenti digitali per svolgere la stessa attività o migliorare la capacità di analisi dei dati.

Reskilling

Riqualificazione verso nuovi ruoli, utile quando una posizione è obsoleta o viene trasformata dalle tecnologie emergenti.

Approcci efficaci

Per garantire l’efficacia delle iniziative di upskilling e reskilling, è fondamentale adottare approcci formativi flessibili e mirati, capaci di rispondere alle diverse esigenze professionali e di integrarsi nei flussi di lavoro quotidiani. Tra i più efficaci si segnalano i seguenti.

  • Percorsi personalizzati: differenziati per ruolo e livello.
  • Formazione blended: combinazione di digitale e aula fisica.
  • Microlearning: contenuti brevi, on demand, integrabili nel lavoro quotidiano.
  • Valutazione dell’impatto: KPI legati alla performance, all’engagement e alla mobilità interna.

 

 

Gap digitale e Continuous Learning: costruire una cultura evolutiva

La capacità di imparare in modo continuo e integrato nel lavoro quotidiano è oggi un asset strategico. Promuovere l’apprendimento continuo significa:

  • valorizzare l’autonomia delle persone nel formarsi;
  • integrare formazione e attività lavorativa;
  • favorire il peer learning e lo scambio tra generazioni;
  • legare l’apprendimento a obiettivi di carriera e crescita organizzativa.

Come indicato nel report “Employability e digital skill: le iniziative per garantire impiegabilità e sviluppare professionalità sempre più digitali” degli Osservatori, una cultura del continuous learning riduce il gap digitale in modo sostenibile.

Certificazioni digitali ed employability

Le certificazioni digitali non sono semplici attestati, ma strumenti che favoriscono la crescita professionale e rendono visibile il patrimonio di competenze maturato nel tempo.

Le certificazioni digitali:

  • danno valore formale ai percorsi svolti;
  • favoriscono la mobilità interna e la crescita professionale;
  • allineano le aspettative tra persona e organizzazione.

Non vanno viste come obiettivi in sé, ma come strumenti da integrare in una strategia coerente di sviluppo.

Incentivi pubblici e partnership

Accanto agli sforzi aziendali, esistono incentivi pubblici e reti di supporto che accompagnano imprese e lavoratori nei percorsi di sviluppo delle competenze digitali.

Come evidenziato nel report “Competenze e professionalità in un panorama sempre più digitale” degli Osservatori, le aziende possono contare su diverse risorse.

  • Fondo nuove competenze: copre il costo del lavoro durante la formazione, facilitando l’accesso all’upskilling.
  • PNRR e bandi territoriali: prevedono fondi per la trasformazione digitale, anche in ottica formativa.
  • Reti ITS e Università: costruiscono percorsi professionalizzanti in partnership con le imprese.
  • Digital Innovation Hub e Centri di Competenza: supportano le PMI nella definizione di strategie formative e digitali.

Gap digitale: le barriere da superare

Nonostante l’importanza riconosciuta del gap digitale, permangono ostacoli che limitano la diffusione e l’efficacia dei percorsi di upskilling e reskilling. Analizziamoli per comprenderne la natura.

  • Ostacoli culturali. Resistenze al cambiamento, paura dell’errore, mancanza di fiducia verso la tecnologia rallentano l’adozione di nuove competenze. Serve una leadership coerente, che promuova l’apprendimento come valore.
  • Limiti operativi. La formazione è spesso percepita come un onere. Va integrata nei flussi di lavoro, resa accessibile, monitorata con indicatori chiari e connessa agli obiettivi aziendali.
  • Governance disallineata. Senza collaborazione tra HR, IT e linee di business, i percorsi formativi rischiano di essere discontinui o incoerenti. Serve una regia condivisa, con ruoli chiari e visione comune.

Glossario

Competenze digitali
Capacità di utilizzare in modo efficace e consapevole strumenti, ambienti e tecnologie digitali nel contesto lavorativo e personale.
Digital skill
Abilità tecniche e trasversali richieste per svolgere ruoli professionali in contesti digitalizzati e in continua evoluzione.
Digital literacy
Conoscenza di base necessaria per interagire con strumenti digitali: comprende l’uso del web, la sicurezza informatica, la gestione di dati e la collaborazione online.
Gap di competenze digitali
Differenza tra le competenze digitali richieste da un’organizzazione e quelle effettivamente disponibili al suo interno.
Assessment competenze digitali
Processo di valutazione sistematica delle capacità digitali di individui o team, utile per definire i piani di sviluppo e formazione.
Upskilling
Aggiornamento e potenziamento delle competenze esistenti per adeguarsi a nuovi strumenti, tecnologie e processi.
Reskilling
Riqualificazione professionale verso nuovi ruoli o funzioni, in risposta a cambiamenti nel mercato del lavoro o nell’organizzazione.
Continuous learning
Approccio all’apprendimento continuo durante tutta la carriera professionale, integrato nel lavoro quotidiano.
Certificazioni digitali
Attestati riconosciuti che validano formalmente le competenze digitali acquisite da un individuo attraverso percorsi formativi specifici.
Employability
Capacità di una persona di essere attrattiva sul mercato del lavoro, grazie al possesso di competenze aggiornate e rilevanti.
PNRR
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: strategia italiana di investimento e riforme che include interventi per lo sviluppo delle competenze digitali.
Digital Innovation Hub
Strutture che supportano le imprese, in particolare le PMI, nei processi di digitalizzazione e innovazione tecnologica.
Microlearning
Metodo formativo basato su contenuti brevi e focalizzati, facilmente fruibili anche in momenti di lavoro.
Soft skill digitali
Competenze relazionali e manageriali necessarie per lavorare efficacemente in contesti digitali, come leadership a distanza, pensiero critico e collaborazione online.

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